La forza travolgente della Pizzica salentina

Il suono deciso ed intenso dei tamburreddhi in festa, che impazzano sulle note della Pizzica salentina, sono diventate, nel tempo, il simbolo indelebile di questa affascinante ed interessantissima terra di confine, finibus terrae d’Italia e d’Europa. Questa suggestiva musica popolare, nata direttamente nel quotidiano fluire della gente povera, durante le faticose mansioni giornaliere, è riuscita a portare il suo potente messaggio in tutto il mondo, conquistando generazioni diverse, ma trasversalmente unite da questo dolcissimo senso di appartenenza ai più nobili sentimenti umani. La pizzica è, a tutti gli effetti, una forma di comunicazione molto profonda e universalmente valida, empaticamente vissuta da popolazioni vicine e lontane come un filo che unisce storie apparentemente differenti. Ed è propria il messaggio naturalmente autentico di questi canti popolari e delle sue danze liberatorie, insieme alla natura spontanea dei salentini, dedita alle piccole cose e ai gesti semplici,  oltre all’atteggiamento un po’ “bambino” di fronte a problemi e difficoltà, ad aver contribuito al successo della salentinità in tutto il mondo, insieme alla sua musica travolgente e all’espressione popolare più profonda.

Nei suoi liberi sfoghi dal sapore catartico e liberatorio, i canti popolari salentini che appartengono al filone della pizzica si collegano al leggendario morso della celebre taranta nel contesto povero delle case contadine di un tempo, con le sofferenze generate da una vita di stenti, in qualche modo metabolizzate nella pratica del canto e del ballo ritmico. La pizzica nasce, infatti, in contesti molto umili, con gruppi di donne e uomini che improvvisavano melodie ritmate e dolci, lanciando la propria voce al cielo, ad esempio, nei momenti comunitari nelle caratteristiche “corti” dei centri storici, durante il duro lavoro nei campi e durante le faticose faccende domestiche, come il lavaggio dei panni nelle, un tempo, numerose fontane pubbliche dei piccoli paesi. Questa espressione artistica popolare può essere vista, a ragione, come un tentativo di rivalsa di uomini e donne sottomessi con la propria forza lavoro alle necessità dei “signori” più ricchi ed agiati, oltre ad un sistema sociale che poco concedeva al di fuori degli schemi morali imposti. I sentimenti umani sono,infatti, scandagliati attraverso l’uso di parole comunque semplici e attraverso l’utilizzo di un linguaggio diretto, le voci danno luce ad una melodia lieve, che si lascia andare liberamente a momenti di intensa profondità, mentre la musica segue le parole con la sua cadenza semplice ma profonda, che tanto ricorda l’incessante scorrere dei ritmi quotidiani dei giorni lavorativi, come quello delle stagioni contadine.

Attraverso la Pizzica salentina, dunque, con il suo linguaggio semplice e lineare, questo popolo ha scritto per secoli la sua incredibile storia, anestetizzando sofferenze, sacrifici quotidiani e sottomissioni, curando le pene d’amore e i sentimenti “troppo” umani, riuscendo a colmare mancanze e perdite di raccolto, dovute al capriccioso volere della Natura. Attraverso alcuni brani popolari dal carattere deliziosamente irriverente, il popolo salentino è riuscito, inoltre, a svelare vizi e difetti all’interno degli ambienti signorili  nei palazzi, attraverso un sagace uso dell’ironia e dell’incredibile forza d’animo che riporta il sorriso e la spensieratezza, allentando le marcate differenze sociali di un tempo e sanificando, in qualche modo, attraverso il sorriso le inevitabili mancanze di una vita indigente.

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